Internet è entrato a far parte del tessuto sociale e accompagna le persone durante molte delle attività della vita quotidiana. Da dispositivo di mero supporto a strumento necessario al fabbisogno sociale ed economico, l’internet nostrano è sempre più popolato. La presenza degli italiani online è sempre più incisiva.
La rete è al centro di molti dibattiti e diverse ricerche che periodicamente indagano le modalità con cui le persone si connettono e quali sono le attività che svolgono online. Cosa fanno gli italiani quando si connettono e come usano la rete?
Secondo il report Digital 2019, ricerca condotta da We Are Social in collaborazione con Hootsuite, emerge un chiaro spaccato dello scenario italiano: nel 2018 è stato registrato un incremento degli utenti online: un milione di nuove persone, ogni giorno, muovono i primi passi nel mondo di internet.
Le piattaforme social, più di tutto il resto, hanno registrato significativi incrementi: più di 35 milioni di persone iscritte (il 2,9% in più rispetto all’anno precedente).
Si trascorrono più di 6 ore al giorno connessi, un terzo delle quali sulle piattaforme social.
In occasione dell’Internet Day, l’Agi-Censis ha presentato un rapporto secondo cui gli italiani si connettono ad internet anche la sera prima di andare a dormire e la mattina appena svegli, non disdegnando l’utilizzo dello smartphone anche a tavola. Questo mette tutti noi in bilico tra il pericolo di cadere in un abisso digitale e la possibilità che si aprano nuovi e più possibili mondi.
Questo fa storcere il naso a chi è abituato a vedere internet e la tecnologia come strumenti esterni all’essere umano, che spesso ne invadono la vita e ne influenzano in negativo le relazioni ma, sempre secondo l’indagine dell’Agi-Censis, è importante tener d’occhio un dato altamente rilevante circa la presenza online degli italiani: tre quarti degli utenti che usano Facebook accettano di buon grado la condizione di dover fornire dati personali come condizione necessaria per l’apertura di un profilo social. Questo lascia presagire l’idea che internet sia un terreno fertile su cui poter gettare le basi di una società più consapevole, una cittadinanza digitale in piena regola, con gli stessi diritti e doveri di una società standard.
Fare delle statistiche e guardare ai numeri è importante, ma non è tutto: esiste, infatti, un particolare non trascurabile, che viene spesso messo in ombra dalle ricerche: quello della variabilità e dei bisogni umani.
L’esplosione della rivoluzione digitale ha permesso di intercettare la crisi dell’umanità, una falla, una ferita della società in cui si sono insidiati ed installati i nuovi media dando vita, forse inconsapevolmente, ad un nuovo ed interessante fenomeno: la digitalizzazione umana, o meglio, l’umanizzazione del digitale.
Quella che viviamo è l’era chiamata post-moderna, che vede le persone sempre online, iperconnesse ed interconnesse tra loro, poiché la tecnologia e internet stanno perfettamente rispondendo ai bisogni umani: emozioni, gratificazioni, apprendimento, realizzazione personale e professionale, stanno trovando tutte una propria e dignitosa nicchia di collocamento.
Anche chi un lavoro non ce l’ha, si connette per trovarlo, poiché anche le agenzie per il lavoro ed i Centri per l’Impiego dispongono di piattaforme web dedicate alle aziende che cercano risorse e ai candidati che si mettono in gioco.
Sempre più attività che prima potevano essere svolte solo con una presenza fisica, ora trovano una modalità di impiego anche online. Guardare la tv sul web e fruire di materiali in streaming è un esempio, e una evoluzione, del più semplice e passivo “stare davanti al televisore”.
Anche nel campo del marketing e degli acquisti si assiste ad una evoluzione e, a voler essere ottimisti, una implementazione delle operazioni commerciali: due italiani su tre acquistano e pagano online. E’ l’e-commerce, la nuova frontiera degli acquisti, tanto agognata qualche decennio fa.
Si assiste, così, al superamento dei vincoli spaziotemporali e ad un paradossale avvicinamento, seppur mediato da videoterminali.
E’ un fenomeno che può assumere le forme di una vera e propria “ibridazione uomo-macchina”: non è l’essere umano a perdere se stesso nella rete, ma è la tecnologia a prendere l’eredità umana e a farla evolvere.
La chiamano tecnoliquidità, perché internet diventa un ambiente da vivere, la tecnologia non è più vista come uno strumento, ma un mondo che si intreccia con quello reale e talvolta vi si sovrappone; una vera e propria estensione della mente umana, che ne determina una ristrutturazione cognitiva e la rideterminazione dell’identità. E gli italiani che curano la propria presenza online, dispositivo alla mano, lo sanno benissimo.
L’incapacità di “staccare la spina”, la cosiddetta Inability To Switch Off diventa una caratteristica fondamentale dell’uomo post-moderno: è vietato spegnersi.
Nei nostri precedenti articoli abbiamo anche parlato di Netiquette, del Perché è importante avere un sito web, delle tecniche del SEO, Social Media Marketing, di 7 consigli indispensabili per la crescita della tua attivita’ e di Linkedin per le aziende.